Il mare e la nebbia
Ho avuto il piacere di ricevere da Rosa Santi il suo romanzo di esordio, Il mare e la nebbia (Pubme, Collana Gli scrittori della porta accanto).
Quello che mi è piaciuto di più in questo romanzo è la dimensione onirica del racconto: una Venezia magica, sospesa, senza tempo, che fa da cornice impalpabile al viaggio di ricerca di se stesso che Gianni intraprende, ormai precocemente arrivato alla fine dei suoi giorni. Da Milano a Venezia, da fuori a dentro: tra il mare, la nebbia, i ponti e le calli il suo viaggio è soprattutto interiore, alla ricerca di un senso per la vita, la morte, per quello che è stato e quello che verrà. Un viaggio denso di pensieri caotici, vividi sogni, rimpianti, dolore fisico sempre più pungente, nuovi incontri. E una oste-quasi maga e un giovane ragazzo diventano le sue anime-guida: spiriti affini, che lo accompagnano negli ultimi giorni, riempiendoli di sensazioni e sentimenti inaspettati, liberatori e consolatori al tempo stesso. La pienezza raggiunta nell’oblio, a suo modo e inaspettatamente, quando tutto finisce. Perché è solo perdendosi che ci si può ritrovare: per ricucire il puzzle della nostra vita e ricongiungersi con l’infinito. E a scandire ogni passo verso la fine, che poi è un nuovo inizio, sempre una bellissima canzone come colonna sonora.
La fine mi ha trovato un po’ impreparata: forse avrei voluto indugiare un po’ di più fra i pensieri di Gianni, addentrarmi un po’ più a fondo nel suo mondo prima che tutto finisse. Ma ho trovato il romanzo, nella sua brevità, ben costruito e intenso, con un linguaggio ricco e davvero molto evocativo. Un buon lavoro